Chanel storia della camelia simbolo di Coco

2022-07-30 01:40:25 By : Mr. Kevin Parts

Miniguida alla camelia Japonica Alba Plena: come viene coltivata, raccolta e come diventa un estratto prezioso per la pelle.

"Plant lovers, good morning». Con queste parole Jean Thoby, esperto di camelie di fama internazionale, ci accoglie nel botanical conservatory garden di Gaujacq, Sud-Est della Francia. Entriamo con rispetto, consapevoli di avere il privilegio di fare un viaggio alla scoperta di specie rare di camelie. Il fiore prediletto di Gabrielle Chanel, privo di profumo e di spine e simbolo di purezza, è nel suo habitat naturale. Dress code raccomandato: casual e stivali di gomma. Sì, perché il terreno è molto fangoso, le camelie adorano l’acqua. «Qui c’è un microclima perfetto, simile a quello di Cina e Giappone, loro luoghi d’origine», spiega Thoby.

Il regno della biodiversità. I fiori sono minuziosamente raccolti a mano, uno a uno, da febbraio a marzo. Affondiamo le mani nel cesto e sembra di toccare le nuvole, una sofficità che ricorda i batuffoli di cotone. Intorno al giardino botanico, un paesaggio rurale silenzioso, si sente solo il cinguettio degli uccelli. In questo regno della biodiversità scopriamo che con le camelie si può fare il tè, forte, simile al whisky, che ci sono piante che hanno foglie a forma di coda di pesce, che ci sono camelie non solo candide, ma anche scarlatte, porpora e screziate. Ci sono piante che hanno più di mille anni: la camelia non muore di vecchiaia, è simbolo di longevità anche per questo.

ESPERIENZA SENSORIALE Hydra Beauty Micro Crème fa parte di una linea dedicata all’idratazione del viso. Il suo principio attivo è l’estratto di camelia bianca, racchiuso in microsfere che si fondono con la pelle per un assorbimento ottimale. Rafforza la barriera cutanea e lascia la pelle luminosa e rimpolpata (84 euro).

Controllo totale della filiera. Da ventiquattro anni Chanel porta avanti un progetto, in collaborazione con Thoby, dedicato alla camelia, in particolare la varietà Japonica Alba Plena. In anni recenti la maison si è impegnata nella ristrutturazione dell’azienda agricola, realizzata secondo i principi di bio-architettura, in cui sono coltivate le camelie Chanel. È stato aggiunto un laboratorio di fitochimica per consentire la sperimentazione nei campi e la realizzazione in loco dei primi test sulle piante. «Ci troviamo in un laboratorio a cielo aperto, un privilegio che ci consente di avere accesso alle piante più interessanti», dice Nicola Fuzzati, Direttore innovazione e sviluppo ingredienti cosmetici. «Preleviamo i fiori in differenti periodi e nel corso degli anni per analizzare il loro contenuto di polifenoli. Quest’ultimo ad aprile diminuisce, perché la camelia impiega tutta la sua energia nella fioritura, poi risale in luglio e cala da settembre a dicembre, quando la pianta è in dormienza. È luglio il periodo migliore per la raccolta. Proprio come dice Jean, le piante sono esseri molto sensibili e la loro composizione molecolare può variare a seconda delle stagioni e del tipo di coltivazione. Abbiamo un contatto quotidiano con gli agronomi, che sperimentano sempre tecniche nuove. In cantiere c’è anche il progetto di creare una Biblioteca delle camelie», dice Fuzzati. «Le 2.700 piante di camelia japonica sono coltivate secondo i principi di agroforestazione e senza uso di sostanze chimiche, con l’introduzione di alberi che fanno ombra e permettono agli insetti impollinatori e agli uccelli di trovare un riparo», spiega Philippe Grandry, responsabile delle coltivazioni Chanel nell’azienda agricola. «Buone notizie: sono state avvistate nei prati le farfalle “licena delle paludi”, una specie protetta che dal Duemila non si vedeva quasi più. E anche il rospo verde è tornato felice tra i campi. Qui le piante vivono in un ambiente biologico naturale in sintonia le une con le altre, sostenendosi a vicenda». Una storia di amicizia e biodiversità.