La Vergine di Cismon del Grappa: secoli di venerazione passati pe

2022-05-28 21:42:54 By : Ms. Joyce Dong

Cismon del Grappa, Vergine con il Bambino, statua lignea verosimilmente tardoquattrocentesca, che la tradizione farebbe risalire all’ottavo secolo.

La tradizione vuole che la statua della Madonna del Pedancino, venerata a Cismon del Grappa, risalga all’ottavo secolo e sia fuggita alla persecuzione iconoclasta dell’imperatore di Costantinopoli Leone III Isaurico del 726. Giunta miracolosamente su un biancospino cresciuto sulle sponde del torrente Cismon, ai piedi del monte Incino, fu ritrovata da un pastorello sordomuto, subito guarito, e collocata su un capitello eretto nei pressi del luogo del ritrovamento.

Di fronte ad esso si sarebbe fermato a pregare anche papa Leone III diretto in Germania nell’813.

All’inizio del Quattrocento il capitello fu trasformato in un piccolo oratorio che in quello stesso secolo fu inondato da una piena del Brenta, ma senza riportare danni. Il 18 agosto 1748 un’altra brentana strappò la statua della Madonna dalla sua nicchia trascinandola fino a Friola di Pozzoleone, più di trenta chilometri a valle, ma senza “torcerle un capello”: fu recuperata intatta.

Nel 1917, dopo Caporetto, gli abitanti di Cismon dovettero andare profughi fino a Giarre, in Sicilia, e lì li seguì la loro Madonna, che era andata perduta durante il viaggio, ma fu ritrovata a Milano dal parroco don Vittorio Lazzarotto.

È Adriana Valerio, teologa e storica del cristianesimo all’Università Federico II di Napoli, insieme alla biblista Benedetta Rossi, a parlare di “Volti di donne. Tra profezia e apocalittica” il 28 maggio alle 18 nella chiesa di San Gaetano a Padova. 

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È bellissimo poter pensare l’uomo ancora umano, ancora pensante – ancora vero, quindi. A questo sollievo vuole portare il visitatore la mostra d’arte di Illegio “La bellezza della ragione”, curata da don Alessio Geretti e aperta fino al prossimo 16 ottobre. Una rassegna giunta alla 18 a edizione, con decine di migliaia di visitatori che scoprono il paesino della Carnia, fresco delle sue acque vive.

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Vicenza ha raggiunto un traguardo importante di recente, perché è risultata città finalista fra le prime dieci del bando di Capitale italiana della cultura 2024: un grande risultato ottenuto con la consapevolezza che Vicenza, con il suo territorio, rimane un unicum di bellezza e potenzialità. 

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